Baba

L’oscurità della notte evolutiva cominciò a dissiparsi secoli fa, quando la prima creatura antropomorfa abbandono il suo regno fatto di rami d’albero e, con fare goffo, si diresse verso la luce della radura. Essa era guidata da qualcosa che non poteva comprendere, qualcosa di non scimmiesco e non possibile per i suoi compagni. In qualche modo, qualcosa era cambiato nelle sue funzioni chimico-corporee in fermento. Nel suo cervello si trovava il seme dell’umanità e nei suoi occhi stranamente brillanti vi era l’ora di un sogno nascosto. Il tempi trascorse lentamente. Le nuove creature si svilupparono e moltiplicarono. Le stupefacenti trasformazioni nei loro corpi e nelle loro menti continuarono; i loro cervelli, nervi e sistemi ghiandolari divennero sempre più complessi e specializzati. Si svilupparono nuovi modelli di comportamento e, successivamente, emozioni e sentimenti sconosciuti, negati a tutte le precedenti forme di vita, trovarono i loro adeguati mezzi di espressione. In quell’ora apicale ebbe inizio l’Alba dell’Uomo. Le onde-pensiero generate da quella prima espressione umana vibrano ancor oggi nella mente inconscia di ogni essere umano. Ognuno di noi porta in sé la memoria nascosta di quella prima aurora e, oltre a essa, persino le tenebre precedenti. Per mezzo di questa memoria primordiale, che é parte della nostra eredità umana, noi siamo intimamente connessi a tutte le forme di vita.


 (Supreme Expression 1, 328)

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